Per ben 148 anni la Misericordia dell’Antella, caso più unico che raro, è stata senza una cappella nella propria sede.
Anche quando 100 anni fa fu costruita la nuova sede, l’attuale palazzo, in via Montisoni, non fu pensato di costruirne una.
È stato solo nel 2000, quando il Magistrato decise l’ampliamento del Poliambulatorio, con nuovi locali, che fu costruita l’attuale cappella della sede, consacrata il 2 ottobre, durante le celebrazioni della festa patronale, dall’allora Arcivescovo di Firenze, Cardinale Silvano Piovanelli. Sul nostro canale YouTube all’indirizzo https://www.youtube.com/watch?v=EXgPHbSjiCg trovate il video originale di quel giorno con anche l’omelia del Cardinale.
Per un Volontario/a della Misericordia la cappella è il luogo principale, dove ci si dovrebbe fermare quando si inizia il proprio turno di servizio, e ogni volta che si rientra in sede al termine di un servizio; questo però, nella nostra Confraternita è sempre mancato.
Caldeggiata dall’allora Correttore, don Giovanni Martini, che ha tenacemente voluto che al centro dell’altare fosse murata una reliquia di San Manetto dell’Antella, a cui la cappella è dedicata, e una della allora Beata, oggi Santa, Paola Elisabetta Cerioli (vedi foto delle pergamene di autenticità delle due reliquie), attualmente la cappella liturgicamente viene usata pochissime volte.
Solo nel febbraio 2021 sono state inserite le quattordici stazioni della Via Crucis, donate in ricordo dei Fratelli e Sorelle delle Misericordie di tutta Italia morti durante il Covid, e benedette dal Vescovo Franco Agostinelli, Correttore Nazionale delle Misericordie, alla presenza delle massime autorità, tra cui il Governatore della Toscana, Eugenio Giani e il Presidente Nazionale dei Comuni d’Italia.
Negli ultimi anni il Provveditore, su suggerimento del Custode dei Valori, e il consenso del Correttore, ha apportato alcune migliorie per facilitare meglio l’uso da parte di tanti fedeli che durante il giorno la frequentano, trovandola sempre aperta, dalle 8 alle 19 escluso sabato e festivi, fermandosi a pregare e a meditare.
Tra i vari interventi effettuati citiamo una nuova illuminazione esterna, che ne facilità, durante le ore pomeridiane, la visibilità esterna, una nuova illuminazione interna che privilegia, mettendo in risalto, e rendendoli visibili dalla pubblica strada, il crocifisso, il tabernacolo, e la statua della Madonna, da un anno circa sostituita con una statua in marmo proveniente da una delle cappelle del Cimitero Monumentale.
È stata anche ridorata, grazie al lavoro del decoratore Jacopo Sandrucci, la scritta esterna posta sull’architrave dell’ingresso e i due stemmi.
Infine, recentemente, sono state affisse nella sacrestia le copie originali a colori delle due pergamene e il verbale della consacrazione della cappella rilasciato dalla cancelleria della curia fiorentina.
Oggi sempre di più l’Oratorio di San Manetto, cappella della sede della Misericordia dell’Antella, si presenta come un punto di riferimento per chi vuole pregare e meditare nel silenzio della giornata o del pomeriggio, sia mentre aspetta di riprendere i propri figli e nipoti alla scuola parrocchiale, o chi viene per ritirare una ricetta medica, o per una visita dal dottore, o per le analisi del sangue, sapendo di trovare il giusto “riparo e conforto” davanti al Santissimo Sacramento.
Attualmente la cappella è chiusa da quasi due anni a causa dei lavori al tetto della sede, che ha comportato l’installazione di impalcature; riaprirà non appena possibile.
Non è una Via Crucis realizzata da un noto artista, non ha un valore artistico, ma non per questo non fa notizia, né minore è il valore morale delle 14 stazioni della Via Crucis, inaugurate il 17 febbraio 2021, Mercoledì delle Ceneri, e primo giorno di Quaresima, dal Vescovo Mons. Franco Agostinelli, nella cappella della Misericordia dell’Antella (Comune di Bagno a Ripoli, Firenze), che viene apposta e dedicata alla memoria di tutti i Volontari delle Misericordie d’Italia morti a causa del covid 19.
Tutto nasce grazie al dono di tre fratelli fiorentini (Franco, Andrea, Piero) che il 29 aprile 2020 hanno perso la propria sorella, Elena Mariani, volontaria sulle ambulanze, ma che lavorava in un noto supermercato del comune metropolitano di Bagno a Ripoli, alle porte di Firenze.
Uno di loro, oggi impegnato nella Misericordia dell’Antella, vedendo che la cappella era sprovvista delle stazioni della Via Crucis ha deciso, con gli altri fratelli, di donare le 14 stazioni mancanti, e di farlo non solo nella memoria della sorella Elena, ma anche di tutti i Confratelli e Consorelle, e sono tanti, delle Misericordie di tutta Italia che sono morti a causa del covid 19.
All’inizio della Quaresima in questa piccola cappella posta in un paese, la cui Misericordia è attiva da 170 anni, al centro dell’Italia, nel giorno in cui la Chiesa ci ricorda la caducità della vita terrena, il Vescovo Franco Agostinelli, Correttore Nazionale della Confederazione Nazionale Misericordie d’Italia ha benedetto e inaugurato questo “monumento” in ricordo dei Volontari giallo ciano scomparsi a causa della pandemia.
Il presidente della Camera dei Deputati, On. Roberto Fico, in occasione della cerimonia nazionale ha inviato una corona di fiori per rendere omaggio a queste vittime. È abbastanza inusuale per il Presidente della Camera inviare una corona di fiori per una celebrazione che non sia una cerimonia di Stato ma, come hanno tenuto a far sapere da Montecitorio, l’onorevole Fico è rimasto colpito dalle motivazioni che sono alla base dell’evento.
Un numero sconosciuto, ma non piccolo stando alle informazioni che si trovano su internet.
La cerimonia è stata trasmessa in diretta video streaming sulla pagina Facebook della Misericordia dell’Antella, ed è visibile sul proprio canale YouTube al seguente link https://www.youtube.com/watch?v=V9A_gmosn2o
Perché una Via Crucis e non un altro monumento più artistico e più d’impatto visivo?
Lo evidenziano i tre fratelli quando hanno comunicato la loro decisone ai responsabili della Confraternita: “perché riteniamo che il periodo che hanno vissuto queste persone, e da nostra sorella, durante i rispettivi ricoveri, siano stati per loro vissuti come una via dolorosa – come la Via Crucis – verso la morte”.
Non a caso nel linguaggio comune il termine Via Crucis è oggi usato in tutto il mondo quando si vuol evidenziare una esperienza dolorosa o umiliante, fatta di tribolazioni, pene, ansie. Nel dolore di Gesù che muore c’è la rinascita dell’umanità, nel suo martirio c’è la certezza della vita eterna. In questa epidemia che provoca lacrime e solitudine, sotto la croce ci siamo tutti, sconfitti, reietti, potenti…tutti uguali agli occhi di Dio.
Nella contemplazione dei volti/nomi dei tanti confratelli e consorelle, sfigurati dalla sofferenza, e dalla paura che hanno provato nel momento in cui spesso sono stati intubati e indotti in coma farmacologico fino alla morte, si deve vedere, nel ricordo del loro servizio di e in Misericordia il germoglio di una bellezza di cui sono stati portatori e testimoni. Ricordargli con la dedica e consacrazione di questa Via Crucis nazionale è un modo concreto per continuare ad alimentare quella fiaccola che, come appartenenti alle rispettive Misericordie, hanno alimentato con il loro impegno e il loro servizio a favore dei più bisognosi e sofferenti in quell’ottica cristiana che dal 1244 alimenta quella carità che è alla base di tutto il movimento delle Misericordie d’Italia nato oltre 120 anni fa.